Offese a Mattarella, sotto indagine un carabiniere. A seguire la vicenda è la Procura di Milano
La Procura di Milano ha aperto un fascicolo di indagine sul caso del carabiniere che sabato scorso, durante il sit-in pro Palestina, ha detto di non riconoscere il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Le frasi pronunciate dal militare, che non è stato identificato, sono state filmate e diffuse sui social network. In particolare, il carabiniere ha detto: “Io non riconosco il presidente Mattarella. Non è un mio presidente”. Il reato ipotizzato è quello di “offesa all’onore o al prestigio del presidente della Repubblica”, previsto dall’articolo 278 del codice penale. Tale reato è punito con la reclusione da uno a cinque anni.
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La decisione della Procura di Milano è stata criticata da alcuni, che hanno ritenuto eccessiva la reazione delle autorità. Altri, invece, hanno sostenuto che il carabiniere ha violato il proprio dovere di fedeltà al capo dello Stato. In ogni caso, le indagini sono ancora in corso e sarà la magistratura a stabilire se il carabiniere abbia effettivamente commesso un reato.
Ecco i motivi specifici per cui la Procura di Milano ha aperto un fascicolo di indagine:
- Le frasi pronunciate dal carabiniere sono state ritenute lesive dell’onore e del prestigio del presidente della Repubblica.
- Il carabiniere, in quanto appartenente alle forze armate, ha un dovere di fedeltà al capo dello Stato.
- Le frasi pronunciate dal carabiniere sono state diffuse sui social network e, quindi, hanno avuto una notevole risonanza.
La Procura di Milano dovrà ora raccogliere ulteriori elementi di prova per stabilire se il carabiniere abbia effettivamente commesso un reato.