Delitto di Via Poma, chiesta una nuova archiviazione per il figlio del portiere Mario Vanacore
Lo scorso 13 dicembre è stata chiesta l’archiviazione del fascicolo aperto due anni fa in seguito ad un esposto della famiglia di Simonetta Cesaroni uccisa il 7 agosto del 1990 in circostanze mai chiarite del tutto. Ad ucciderla sarebbe stato Mario Vanacore, il figlio del portiere del condominio di via Poma, questo quanto scrivono i carabinieri in una informativa consegnata alla Procura di Roma che, però, parla di “ipotesi e suggestioni” che “non consentono di superare le forti perplessità sulla reale fondatezza del quadro ipotetico tracciato”.
Il delitto di via Poma è un omicidio irrisolto avvenuto il 7 agosto 1990 a Roma, in via Carlo Poma 2. La vittima è Simonetta Cesaroni, una giovane donna di 21 anni che lavorava come segretaria presso l’Associazione Italiana Alberghi della Gioventù (A.I.A.G.).
Il corpo di Simonetta è stato trovato intorno alle 19:30 da un tecnico del condizionamento che doveva eseguire un intervento nell’ufficio dell’A.I.A.G. La donna era stesa sul pavimento, parzialmente svestita, con numerose ferite da taglio sul corpo. In particolare, le ferite erano concentrate sulla gola, sul petto, sulla vagina e sugli occhi.
L’autopsia ha stabilito che la morte di Simonetta è avvenuta tra le 18:00 e le 18:30. Le ferite da taglio sono state inferte con un’arma da taglio, probabilmente un tagliacarte. Non sono state riscontrate tracce di violenza sessuale. La scena del delitto è stata subito esaminata dagli investigatori, ma non sono stati trovati elementi utili a identificare l’assassino. L’arma del delitto non è stata mai ritrovata.
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Le indagini hanno portato all’arresto di diversi sospettati, tra cui il portiere dello stabile, Pietro Vanacore, il fidanzato di Simonetta, Raniero Finocchi, e un uomo d’affari, Federico Valle. Tuttavia, tutti i sospettati sono stati poi prosciolti per insufficienza di prove.
Le indagini sul caso sono state condotte dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri. Nel corso degli anni, sono state svolte numerose perizie e indagini scientifiche, ma non sono state in grado di fornire elementi decisivi per risolvere il caso. Nel 2019, la Procura di Roma ha riaperto le indagini sul caso. La nuova inchiesta si basa su una nuova ipotesi investigativa, secondo la quale Simonetta Cesaroni sarebbe stata uccisa da una persona che conosceva.