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Geo Barents, attraccata a Taranto la nave ong con 85 naufraghi. Il racconto dei superstiti

Geo Barents, attraccata a Taranto la nave ong con 85 naufraghi. Il racconto dei superstiti di ciò che accade in Libia

Ennesimo salvataggio in mare. Questa volta protagonista della vicenda è la nave ong Geo Barents. Sulla pagina Facebook di Medici Senza Frontiere, si legge: “Stavano rischiando di annegare in mezzo alle onde. È stato molto complesso il salvataggio che abbiamo effettuato il 1° gennaio nel Mediterraneo centrale su richiesta del Centro di coordinamento dei soccorsi italiano: l’imbarcazione si è ribaltata nel buio. Siamo riusciti a soccorrere tutti. Ma cosa sarebbe successo senza la Geo Barents? Senza la presenza di navi civili di ricerca e soccorso, migliaia di bambini, donne e uomini sono abbandonati al loro destino. Il nuovo decreto imposto dal governo italiano alle navi delle ONG rischia di limitare la nostra capacità operativa con un inevitabile aumento del numero dei morti in quel tratto di mare tristemente noto ormai per essere il cimitero più grande d’Europa”.

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Fulvia Conte, responsabile dei soccorsi a bordo della Geo Barents, la nave che oggi, mercoledì 4 gennaio, è attraccata al porto di Taranto con 85 persone a bordo, ha raccontato di un giovane che in Libia ha visto uccidere persone perché non avevano i soldi del viaggio: “Questa è la realtà di quello che avviene in Libia, di quello che avviene nel Mediterraneo centrale in cui ogni momento è importante tra la vita e la morte”.

Poi aggiunge: “Abbiamo avuto a bordo con noi 85 persone, di cui 41 sono state soccorse in un’operazione molto difficile. Viaggiavano da tre giorni e durante le operazioni il barchino si è ribaltato e tutte le persone sono finite in acqua”.

Durante la navigazione, dopo il soccorso, ha detto Fulvia Conte: “ci hanno raccontato che più volte persone sono cadute in mare e hanno usato i loro vestiti per tappare i buchi dai quali entrava l’acqua nel loro barchino. Abbiano a bordo molti minori non accompagnati, persone che vengono dalla Siria, dalla Palestina, persone che raccontano di essere state mesi in Libia, di aver subito violenze e torture”.

Fonte immagine: https://www.facebook.com/photo?fbid=1360258801478917&set=a.466505377520935

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

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