Per la nave Humanity 1 arriva l’ok per entrare in acque italiane. A dirlo è il ministro Piantedosi al termine del CdM
Una nota diramata su Facebook dalla ong Sos Humanity parlava di “19 richieste e ancora nessun rifugio sicuro per i 179 sopravvissuti in attesa da giorni su Humanity 1 in acque internazionali al largo dell’Italia. Alcuni degli oltre 100 minori non accompagnati segnalano la fuga e le preoccupazioni a bordo.
La nave stazionava davanti alle coste della Sicilia orientale, ma nella giornata di ieri, 4 novembre, il ministro dell’Interno Piantedosi, al termine del Cdm, aveva dichiarato che la nave «si stava dirigendo verso Catania dove, secondo il provvedimento dell’articolo 1 comma 2 del decreto 2020 potrà permanere solo nel periodo in cui ci accerteremo delle condizioni umane degli ospiti, noi rispettiamo le persone e le esigenze umanitarie. Ma le persone che non dovessero versare in queste condizioni dovranno essere portate fuori dalle acque nazionali».
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In risposta la Sos Humanitu fa sapere: «La nave Humanity 1 non andrà a Catania, non ha mai avuto intenzione di farlo. Non abbiamo ricevuto un luogo sicuro per sbarcare i 179 sopravvissuti a bordo. Siamo infatti entrati nelle acque territoriali ieri per trovare protezione dalle intemperie, dal vento e dalle onde alte. Ma l’abbiamo fatto solo dopo aver ottenuto il permesso dalle autorità del porto di Catania».
Oltre a questa, stazionate di fronte le coste della Sicilia, ci sono altre tre navi. Si tratta della Rise Above (con a bordo 90 persone) e le norvegesi Ocean Viking (con a bordo 234 migranti) e la Geo Barents (572).
Anche quest’ultima «dopo aver chiesto e ricevuto il permesso dalle autorità italiane è entrata in acque territoriali italiane a causa del cattivo tempo. Stiamo aspettando da oltre 10 giorni un luogo sicuro di sbarco per i 572 sopravvissuti a bordo», fa sapere il comandate dell’imbarcazione.