Asso, le ossessioni del brigadiere che ha ucciso il Capitano Furceri, divenuto il fulcro di tutti i suoi problemi
Man mano che passano i giorni, crescono i dettagli intorno alla vita di Antonio Milia, il brigadiere dei Carabinieri, che ha tolto la vita al proprio capitano, il luogotenente Doriano Furceri per poi barricarsi in caserma per oltre 13 ore.
Sembra che l’uomo soffrisse da tempo di una serie di ossessioni. Tra queste vi era la convinzione che chiunque lo invidiasse, non lo capisse, lo ostacolasse, ritenendosi più bravo di tutti. Non solo questo, ma l’uomo era convinto di essere stato oggetto di una operazione misteriosa, attraverso cui delle cimici erano state introdotte in casa per ascoltarlo.
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Inoltre, era solito scrivere e seminare biglietti all’interno della caserma. Pare anche che sia stato protagonista di un episodio in caserma, dove sarebbe partito il colpa dalla sua pistola, che fortunatamente avrebbe preso solo il pavimento, senza ferire nessuno.
Tutta la rabbia e la frustrazione di Milia si è poi riversata su Furceri, che aveva avuto la colpa di capire il disagio e la sofferenza di quest’uomo, cercando di porvi rimedio. Lo stato psicologico dell’uomo probabilmente è stato anche gravato dalla volontà della moglie di separarsi, dal ricovero in Psichiatria, e dal continuo pellegrinaggio tra ospedali e studi medici.