Ucciso da un drone Usa a Kabul. Biden: giustizia è fatta
È stato il presidente Joe Biden a confermare la morte del reggente di Al Qaeda, Ayman al-Zawahiri, avvenuta durante un operazione della CIA a Kabul nel fine settimana. Nell’attacco, in cui sarebbero stati utilizzati due missili Hellfire, non sono stati coinvolti civili. Il successore di Bin Laden era ormai diventato il primo obiettivo dell’intelligence americana, sulla sua testa pendeva una taglia da 25 milioni di dollari.
Nella notte il presidente Joe Biden ha confermato la morte del terrorista e ha sottolineato l’impegno degli Stati Uniti nella lotta la terrorismo. “Gli Stati Uniti non arretrano davanti alla minaccia terroristica. Con oggi abbiamo vendicato l’11 settembre”.
Al momento dell’attacco Al Zawahiri si trovava a Kabul e secondo fonti dell’intelligence sarebbe stato coperto da uomini molto vicini ai talebani, i quali non sapevano dell’attacco. Secondo i talebani stessi, l’attacco sarebbe avvenuto in violazione degli accordi di Doha, che vieterebbero raid americani in territorio afghano. Di tutta risposta gli Usa hanno ribadito che il loro impegno contro il terrorismo va ben oltre gli accordi di Doha e che non c’è nessun accordo che tenga di fronte alla crociata contro i jihadisti. Alcuni funzionari della Casa Bianca hanno condannato i talebani che starebbero continuando a offrire un porto sicuro ai terroristi in Afghanistan, andando contro gli accordi firmati a Washington nel 2020.
Al Zawahiri diventa capo di Al Qaeda nel 2011, alla morte di Osama Bin Laden. A lui sono collegati gli attentati dell’11 settembre, di Madrid nel 2004, in cui persero la vita 132 persone e di Londra nel 2005. A lui è da ascrivere anche l’attentato a Charlie Hebdo nel 2015 che avrebbe ordinato in prima persona.