Marmolada, riprese le ricerche con i droni. Giovedì le ricerche a terra. Per il procuratore per ora non c’è dolo nel crollo
Sono riprese con i droni le ricerche dei cinque dispersi nel crollo del ghiacciaio della Marmolada. Due droni sono del soccorso alpino veneto e altri due dei vigili del fuoco di Trento. Fino ad ora sono duecentoventi i resti umani, spesso frammenti di corpi ritrovati sul ghiacciaio caduto.
Per il riconoscimento sarà necessario l’esame comparativo del Dna delle cinque persone ancora disperse, consegnato dai parenti dei dispersi. Il procuratore di Trento, Sandro Raimondi, ha dichiarato: «Vedrò di nominare in fretta gli esperti di genetica per eseguire questi esami… Devo dire che le foto sono agghiaccianti».
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Sulle possibili colpe del disastro ha detto il procuratore: «Più avanti faremo anche degli accertamenti geologici, al momento comunque non ci sono evidenze per poter parlare di prevedibilità del disastro e di una negligenza o imperizia. L’imprevedibilità in questo momento la fa da protagonista, per avere una responsabilità bisogna poter prevedere un evento, la colpa è un elemento molto difficile da provare, molto più del dolo».
Debora Campagnaro, sorella di Erica, dispersa con il marito, Davide Miotti, si chiede: «Perché nessuno ha avvisato sabato scorso che c’era l’acqua che scorreva sotto il ghiacciaio? Perché non hanno fermato le persone? Perché le hanno lasciate andare?». E ha aggiunto: «Mio cognato era una guida alpina, ci fosse stato un bollettino, un segnale di pericolo, non sarebbe mai andato la sciando a casa due figli… E perché si usano solo elicotteri e droni e non strumenti per forare il ghiaccio?».
