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Gran Bretagna: Boris Johnson si salva dal voto di sfiducia

Sono in 211 a suo favore, ma il dissenso cresce 

Dopo essere finito al centro dello scandalo “Partygate”, il primo ministro britannico Boris Johnson è stato duramente attaccato dall’opinione pubblica e dal capo del partito laburista, Keir Starmer.

I fatti risalgono al 20 maggio 2020. Mentre il paese era in lockdown, Johnson ha partecipato a una festa organizzata a Downing Street. Il primo ministro in merito all’accaduto ha dichiarato: “Nessuna regola è stata violata”. Poi sono arrivate le scuse e l’ammissione di responsabilità che tuttavia non hanno evitato che il malcontento nei confronti del suo governo continuasse a crescere.

Il capo dei laburisti ha commentato: “le sue scuse sono senza valore, ha mentito alla camera e al popolo britannico”

Con la pubblicazione del rapporto Gray sulle feste tenute dai membri dell’amministrazione, molti dei quali hanno già presentato le loro dimissioni, anche nella maggioranza lo scontento aumenta. Tanto da sfociare in una votazione a scrutinio segreto in merito alla fiducia sulla sua leadership all’interno del Partito conservatore. 

Il risultato della votazione, che si è tenuta ieri nella Camera dei Comuni, è chiaro. Johnson resta alla guida dei conservatori ma con una maggioranza spaccata. Sono 211 i favorevoli alla sua leadership contro i 148 contrari. Nonostante il risultato dimostri la precarietà della sua posizione, il numero 1 del governo ha dichiarato: “È un buon risultato”. 

L’esito della votazione permette a Boris Johnson di restare al vertice del governo ma con una parte della maggioranza che gli è sfavorevole. Per alcuni la frattura si risanerà, altri invece non danno per scontato che Johnson guiderà il partito fino alle prossime elezioni. 

Umberto Martellotta

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