Bitonto, 40enne ucciso con tre pugni al volto. Il colpevole si è costituito: “Non pensando che sarebbe morto sono andato via”
Paolo Caprio è un giovane artigiano di quarant’anni, morto in seguito ad una brutale aggressione. Domenica mattina, intorno alle prime ore del mattino, si trovava in una frequentata stazione di servizio sulla provinciale che porta a Modugno e qui ha trovato la morte per mano di un vent’enne.
L’aggressore e omicida si chiama Fabio Giampalmo e il Corriere della Sera informa di avere precedenti per droga e forse una certa confidenza con le arti marziali. L’aggressore avrebbe reagito sferzando tre pugni al viso di Caprio, dopo che questi pare si sia avvicinato alle donne che erano nel suo gruppo.
A questo punto Gianpalmo si avventa su Caprio e lo colpisce violentemente. L’uomo nel cadere a terra, ha anche battuto la testa al suolo. Tempestivi sono stati i soccorsi, ma all’arrivo dell’ambulanza si è potuto solo constatare il decesso del quarantenne.
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Le telecamere di sorveglianza hanno permesso ai Carabinieri di identificare il colpevole, ma nel frattempo il giovane si era già costituito, giungendo alla locale stazione, accompagnato dal suo legale. A suo carico pende l’accusa di omicidio volontario aggravato dai «futili motivi» e «attraverso l’utilizzo di tecniche di combattimento tali da ostacolare la privata difesa».
Il colonnello Di Stefano che indaga ha chiarito: «In questa storia non c’entra la criminalità, è una lite che si è conclusa con il più tragico degli epiloghi». Il Corriere della Sera ha riportato le prime dichiarazioni del colpevole, che ha detto: «si è avvicinato per origliare cosa stessimo dicendo e ha guardato in maniera provocatoria le nostre compagne. Io mi sono alzato e gli ho detto testualmente: “Sempre avanti e indietro devi andare? Qual è il problema?”. Gli ho tirato tre pugni colpendolo al viso, l’ho visto cadere in terra e sbattere la testa sul marciapiede. Non pensando che sarebbe morto sono andato via».
Il sindaco della città ha amaramente commentato: “La tragedia di domenica fa riemergere il problema della sicurezza e dei controlli. L’ho già detto alla prefettura e al ministero dell’Interno in tutte le lingue. Ora l’unica cosa che mi rimane è incatenarmi per cercare di farmi ascoltare”.