Miami Beach, aumentano le vittime, che salgono a 9, mentre emergono i primi dettagli sulle possibili cause del crollo del palazzo
Si continua a scavare per cercare i dispersi nel crollo, giovedì scorso, del palazzo a Miami Beach, ma più passa il tempo e più la possibilità di trovare persone in vita si affievolisce. Il bilancio delle vittime cresce di ora in ora. Infatti, è stato accertato il decesso di nove persone, mentre oltre 150 sono i dispersi.
Il sindaco di Miami-Dade, Daniella Levine Cava ha lanciato un appello: “Alla comunità e al mondo di essere pazienti, per favore stateci accanto, continuate a pregare per noi, noi non ci fermeremo”. Nel palazzo vivevano famiglie provenienti da diverse parti del mondo, tra cui argentini, paraguaiani, colombiani, venezuelani e israeliani. Si tratta, infatti, come ha titolato la stampa statunitense, di una tragedia multiculturale.
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Secondo quando emerge dai primi rilievi è emerso che l’edificio aveva bisogno di riparazioni e lavori strutturali importanti. Nel 2018 uno studio di ingegneri aveva fatto una stima dei lavori da fare, la cui stima era di oltre 9 milioni di dollari. Tra i lavori urgenti c’erano quelli ai garage e alla piscina, che necessitava di una adeguata impermeabilizzazione.
Si parla dunque di “gravi danni strutturali”, che interessavano la lastra sotto il bordo piscina nonché le colonne di cemento, travi e pareti del garage del posteggio. Dunque è possibile che le fondamenta si siano nel tempo corrose.