In Libia continua a consumarsi la tragedia dei migranti in mare. Altre 50 le morti registrate la scorsa notte, mentre i sopravvissuti vengo condotti in Libia
Solo pochi giorni fa avevamo appreso la notizia di un naufragio di 130 migranti a largo della Libia e la scorsa notte la tragedia si è rinnovata nelle stesse acque, causando la morte di 50 naufraghi.
Le persone morte in quella che è solo l’ultima delle tragedie del mare, erano in parte di nazionalità egiziana. Secondo le prime indagini, l’imbarcazione, forse un gommone, sarebbe naufragato al largo delle coste libiche, di fronte la città di al Zawiya.
L’agenzia Onu per i rifugiati: “Oltre 700 #migranti riportati in Libia in detenzione arbitraria in pochi giorni” https://t.co/SDZjWJClkV
— Rainews (@RaiNews) May 3, 2021
A diffondere la notizia è stato un tweet di Al Arabya, che riporterebbe le dichiarazioni della Mezzaluna Rossa libica. Prima di questo tweet, l’Oim, ovvero l’agenzia dell’Onu per le migrazioni, aveva dato notizia della morte di almeno 11 persone dopo l’affondamento del gommone su cui viaggiavano. A bordo di quest’ultimo vi sarebbero state in tutto 24 persone, tutte dirette in Europa. La Guardia Costiera libica ne ha salvati dodici e, come avvenuto in altri frangenti, i migranti salvati sono stati riportati in Libia, dove verrebbero rinchiusi in centri di detenzione.
Sono più di 700 le persone riportate in Libia negli ultimi giorni. Anche bambini molto piccoli e persone che hanno bisogno di assistenza. Finiranno in detenzione, arbitraria e indefinita e rischieranno ulteriori abusi da parte dei trafficanti.
La Libia non è un porto sicuro. https://t.co/kc9JqXojhI— Carlotta Sami (@CarlottaSami) May 3, 2021
Il fatto che i migranti vengano portati in Libia non rassicura i membri delle Nazioni Unite. Tant’è che Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr, su twitter denuncia: “Sono più di 700 le persone riportate in Libia negli ultimi giorni. Anche bambini molto piccoli e persone che hanno bisogno di assistenza. Finiranno in detenzione, arbitraria e indefinita e rischieranno ulteriori abusi da parte dei trafficanti. La Libia non è un porto sicuro”.
Anche Papa Francesco era intervenuto sulla vicenda dei naufragi dei giorni scorsi con un tweet, in cui manifesta tutto il dolore per le morti in mare: “Sono molto addolorato per la tragedia che ancora una volta si è consumata nel Mediterraneo. Centotrenta migranti sono morti in mare. Sono persone, sono vite umane. Preghiamo per questi fratelli e sorelle, e per tanti che continuano a morire in questi drammatici viaggi”.
Sono molto addolorato per la tragedia che ancora una volta si è consumata nel Mediterraneo. Centotrenta migranti sono morti in mare. Sono persone, sono vite umane. Preghiamo per questi fratelli e sorelle, e per tanti che continuano a morire in questi drammatici viaggi.
— Papa Francesco (@Pontifex_it) April 25, 2021