Marisa Laurito è in libreria con un libro in cui racconta la sia vita e gli incontri professionali e ricordi di una carriera straordinaria
Marisa Laurito ha appena pubblicato con Rizzoli la sua biografia, intitolata “Una vita scapricciata“. Sfogliando le prime pagine, subito ci accorgiamo di quanto intensa e piena sia stata non solo la carriera di Marisa Laurito, ma anche la sua stessa vita, in cui sono entrati grandi personaggi del teatro, del cinema e della televisione.
“Quando ero ragazza era tutto o bianco o nero. Col tempo, ho imparato a leggere anche le sfumature di colore e ho capito che a volte quello che all’inizio sembra brutto può portare con sé insegnamenti che saranno utili per il resto dell’esistenza“.
In Una vita scapricciata. Marisa Laurito si racconta per la prima volta con voce squillante e autentica e con l’ironia che la contraddistingue, traccia fondamentale della sua origine napoletana. Ed è proprio la città di Napoli con i suoi sapori, odori e rumori a formare colei che sarà una delle attrici più importanti del mondo del teatro non solo partenopeo, ma italiano.
Grazie a Napoli “Marisa diventa così un’anima generosa e riconoscente e, infatti, in questo libro, per parlare di sé, in realtà non fa che evocare le persone e le occasioni che l’hanno ispirata, accompagnata, aiutata nel suo percorso artistico e umano: dall’amica Marina con cui affrontò i primi provini a Cinecittà (con tanto di molestie “d’uso” a cui seppe reagire con personalità) al grandissimo Eduardo, il Direttore, dal viso rosa come la camicia, per il tanto cerone messo negli anni che non andava più via”
Per ogni personaggio narrato dalla Laurito, c’è un ritratto narrativo arricchito con preziosi e gustosi aneddoti e da episodi vissuti quando era ancora una squattrinata ragazza alle prime armi a Roma. Non mancano i compagni di avventure televisive, come Renzo Arbore, che «ha spalancato una porticina nel mio cervello» e «mi ha insegnato a lanciarmi nel meraviglioso cielo dell’improvvisazione» e il suo migliore amico Luciano De Crescenzo, con cui Marisa Laurito dichiara di parlare ancora oggi all’ombra del Vesuvio.