La morte del principe Filippo è avvenuta serenamente a Buckingham Palace, rispettando il suo desiderio di morire a casa
Secondo quanto riporta il Daily Telegraph, le ultime ore di vita del principe Filippo sono trascorse in compagnia dell’amata moglie, la Regina Elisabetta, che non lo avrebbe mai lasciato. Le condizioni di salute del principe si sono aggravate nella giornata di giovedì e i medici avrebbero consigliato la Regina di trasferire il consorte in ospedale, ma Elisabetta sarebbe stata irremovibile nel negare tale decisione. Il motivo sta nella volontà dello stesso Filippo di voler trascorrere gli ultimi momenti della sua vita a casa.
At The Queen’s Coronation in 1953, The Duke of Edinburgh swore to be Her Majesty’s ‘liege man of life and limb.’
The Duke was a devoted consort (companion to the Sovereign) for almost 70 years, from Her Majesty’s Accession in 1952 until his death: https://t.co/GCMvYfu4SD pic.twitter.com/smGpiIMbDe
— The Royal Family (@RoyalFamily) April 10, 2021
Il Giornale, inoltre, aggiunge dettagli sulla volontà di Filippo di non voler morire in ospedale, citando una fonte vicina alla casa reale, la quale avrebbe dichiarato che: “Con l’intervento al cuore volevano farlo vivere un altro po’, affinché arrivasse a compiere 100 anni. Ma questo traguardo a lui davvero non interessava. Voleva restare nel suo letto, a casa. Non voleva assolutamente morire in ospedale”.
Prima di morire, i figli del principe Filippo sono riusciti a salutare il padre, mentre non hanno potuti i nipoti, non essendo ancora vaccinati, ma a quanto si apprende dai giornali ben informati, pare che William abbia parlato e quindi salutato il nonno attraverso una telefonata.
Leggi anche: MORTE FILIPPO DI EDIMBURGO: ECCO LE PAROLE DEL FIGLIO CARLO
Negli ultimi tempi le condizioni di salute di Filippo si erano aggravate, ma il suo temperamento era sempre lo stesso e a dimostrarlo è stato il fatto di aver quasi imposto di voler finire la sua vita nel suo letto, a casa. Inoltre, circolano aneddoti vari sul fatto che, in qualche modo, non accettasse la sua infermità, rifiutando categoricamente l’uso della sedia a rotelle o l’aiuto dei valletti nelle piccole cose, come raccogliere oggetti che gli cadevano a terra mentre era seduto a leggere.