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Patrizia Reggiani, il racconto del poliziotto Gallo del giorno dell’arresto

Carmine Gallo: Patrizia Reggiani “voleva andare in carcere con una pelliccia che costava milioni”

Carmine Gallo, l’ispettore capo della polizia che il 30 gennaio 1997 notificò a Patrizia Reggiani l’ordine di custodia cautelare per l’omicidio dell’ex marito, Maurizio Gucci, assassinato due anni prima a Milano, ha raccontato all’Adnkronos di quel giorno in cui si recò nell’abitazione lussuosa di Lady Gucci e che lei voleva andare in carcere con la pelliccia: “Voleva andare in carcere con una pelliccia che costava milioni, le dissi che non era il caso e le offrii il mio giaccone verde. Promise di restituirmelo, non è stato così, ma poco importa”.

24 anni dopo, Gallo svela all’Adnkronos nuovi dettagli del giorno dell’arresto. La storia della famiglia Gucci a breve finirà sul grande schermo con il film che Ridley Scott sta girando in Italia con Lady Gaga, Al Pacino e Adam Driver. “Pochi giorni fa sono sceso per prendere un caffè, l’ufficio dove lavoro è vicino piazza del Duomo, e ho visto Lady Gaga nei panni della Reggiani, devo dire che le somiglia tanto. Ammiro il talento del regista e so che nel cast c’è Al Pacino, spero sia lui a interpretarmi”, spiega scherzando.

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Poi ritorna a quei giorni dell’indagine: “Una sera veniamo contattati telefonicamente da un informatore: ‘Se vi interessa so molte cose sull’omicidio Gucci’. Lo incontro in un in bar in zona Lambrate e mi racconta che il portiere dell’albergo a ore in cui alloggia ha partecipato, insieme a una donna, alla fase organizzativa del delitto”, racconta Gallo. “Lui deve ripartire, noi gli chiediamo di restare. Riporto la notizia al pm Carlo Nocerino che indaga sul caso. Siamo scettici, la pista che si segue è un’altra ma ci concede fiducia”. Si tratta del portiere Ivano Savioni, l’uomo che fa da tramite con i killer, lei, secondo le indagini, è Giuseppina Auriemma, amica della vedova.

“L’omicidio è volontà della Reggiani, vuole Gucci morto ma non vuole mollare il cognome, riferisce l’informatore”. E poi arriva la telefonata: “Auriemma che si trova a Napoli annuncia a Savioni il suo arrivo, devono parlare. Mettiamo una microspia in macchina e le parole della donna non lasciano dubbi: ‘ci dobbiamo preoccupare? Non è che la signora si lascia scappare qualcosa?'”, racconta Gallo.

E Gallo racconta: “Fino alle 2 di notte la Reggiani era al telefono, abbiamo suonato alla sua porta in corso Venezia intorno alle 5, ma visto che dormiva e non apriva siamo stati costretti a sfondarla. Era in vestaglia, non si è allarmata o scomposta, ci ha solo chiesto ‘voi chi siete?’. Si e seduta sul divano, ha letto l’ordinanza in cui la si accusava di concorso in omicidio e detto ‘è stato un incidente, chiarirò tutto'”. E ancora: “Con lei c’erano la madre e le figlie, Patrizia Reggiani non è mai stata scomposta, non ha mai inveito o urlato. La madre era ostile, sebbene educata, ha sempre creduto alla figlia ed è venuta anche lei negli uffici in piazza San Sepolcro”, spiega Gallo. “Le manette aprono più di una bocca e – scrive l’Adnkronos – si risale anche ai pagamenti per l’omicidio su commissione mai confessato dalla vedova Gucci.”

(Fonte immagine di copertina: Corriere della Sera)

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