La conduttrice Mediaset ha accompagnato Amadeus nella quarta serata
Occhi lucidi, solita compostezza e un lungo monologo appena superata la mezzanotte. Barbara Palombelli può piacere o meno, ma di certo ha da raccontare e sa farlo.
E infatti racconta sul palco dell’Ariston, attraverso i suoi occhi e la sua esperienza, la realtà di sempre e la lotta delle donne. Parla del rapporto con il padre, di quando era una ragazzina ribelle e di quando dopo anni di lavoro coronò il suo sogno arrivando a ‘Corriere della Sera’, quando ormai (e qui a stento trattiene le lacrime) papà non c’era più.
Dedica così il suo discorso alle donne che stanno tenendo aperto il paese e ricorda di quando iniziò a seguire Sanremo di nascosto e arriva anche l’omaggio a Gigliola Cinquetti e il ricordo per Luigi Tenco
“Dovevo studiare tano per avere stima e libertà di mio padre: a 15 anni ho iniziato a farlo e non ho messo certo sognavo la tv e i grandi giornali ma ho fatto di tutti dalla sondaggista alla commessa per tanti anni”.
Bisognava lottare per i diritti, li abbiamo dovuti costruire e a voi donne sta difenderli con quel sorriso determinato che sapere di avere. Dobbiamo ribellarci sempre, non andremo mai bene, ci criticheranno, ci umilieranno, ci metteremo le mani addosso, non andremo mai bene. Non va bene Liliana Segre, senatore a vita, 90 anni e non puoi andarti a vaccinare contro il Covid senza scatenare odio. Noi non ci dobbiamo arrendere anche se il prezzo è molto alto.
E poi il “monito”: “Studiate fino alle lacrime e lavorate fino all’indipendenza. Le donne forti e vere in questa Europa guidata dalle donne devono contribuire alla grande rinascita del nostro paese ci credo, non fermatevi ragazze, correte, andate incontro al futuro senza farvi togliere il cuore e la dignità dobbiamo usare. Facciamo rumore, fate rumore”.