Ospite a Live non è la D’Urso la donna ripercorre i momenti delle indagini e chiede la riapertura del caso
Agostina Belli chiede la riapertura delle indagini per il delitto di sua madre, avvenuto nel 1970 nella pensione da lei gestita, da un assassino che non ha un volto. «Un delitto sicuramente dettato dalla rabbia e la passione», dice l’attrice ospite di Barbara D’Urso a Live non è la D’Urso.
Adesso una nuova indagine collegherebbe il suo delitto a quello di altre sei donne, e l’assassino potrebbe essere il Mostro di Milano, un colpevole ancora senza identità. Dal delitto sono passati quasi cinquant’anni e un criminologo ha messo in relazione i delitti di queste donne e lanciato nuove ipotesi che potrebbero portare alla riapertura del caso.
Intervistata ieri sera dalla conduttrice del programma Mediaset in onda su Canale 5, Agostina Belli ha denunciato: «Alla fine delle indagini ci dissero che non avevano trovato l’assassino e che avrebbero chiuso il caso. Ci accompagnarono a casa di mia mamma e tolsero i sigilli. Per un anno intero non siamo potuti andare nel suo appartamento. Quando siamo entrati in quella casa buia e capovolta ci ha fatto strano. Però abbiamo notato un particolare su due bicchieri che la polizia aveva analizzato, ma erano prove che erano rimaste lì, invece di essere sigillate. Mi hanno minacciato in passato, ho preso un detective privato continuando a indagare, ma ho cominciato a ricevere minacce. Mi uccisero il cane, avvelenandolo. Poi mi hanno rubato la macchina, dopo un po’ arrivarono delle voci camuffate alla segreteria che mi intimavano di smettere di fare indagini e interviste, dicendo che avrei fatto la fine di mia madre».
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Adesso l’attrice chiede a gran voce la riapertura delle indagini.
«Ho smesso in passato, fino a oggi. Chiedo la riapertura delle indagini di queste sette donne, che hanno famiglia, fratelli, mariti, che aspettano da cinquant’anni notizie. Con le metodologie che abbiamo oggi questi cold case potrebbero essere risolti».