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Alberto Genovese ai pm sullo stupro diciottenne: “Forse ero drogato”

L’imprenditore è stato sentito per oltre quattro ore dalla Procura di Milano

Interrogato dai pm, l’imprenditore delle start up avrebbe spiegato dei suoi problemi dovuti alla dipendenza dalla droga e anche degli effetti che questa ha su di lui. In particolare Alberto Genovese avrebbe ammesso che quando è drogato perde il “controllo” ed è incapace di distinguere tra “legalità e illegalità”. Genovese è stato fermato con l’accusa di stupro ed è stato sentito ieri per oltre quattro ore in Procura a Milano.

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Le indagini nei suoi confronti sono scattate dopo il l ricovero della vittima, che si è recata in ospedale per le cure mediche, dopo una violenza sessuale. Da qui gli accertamenti che hanno permesso di ricostruire l’accaduto: durante una festa organizzata da Genovese, la diciottenne sarebbe stata costretta a subire rapporti sessuali e anche ad assumere droga.

Sentito dal pm Rosaria Stagnaro e dal procuratore aggiunto Letizia Mannella, l’uomo avrebbe ribadito della sua tossicodipendenza da quattro anni. Sulle accuse di stupro e di sequestro di persona, avrebbe detto: «se l’ho fatto, non ho fatto una bella cosa».

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La vicenda al centro delle indagini

Si chiama Palazzo Beltrade e si trova all’angolo tra Piazza Santa Maria Beltrade e Via Torino, a pochi passi dal Duomo, nel cuore di Milano, il palazzo dove lo scorso ottobre si è tenuta la festa. Almeno una volta al mese si tenevano questi party a casa dell’ex re delle start up ed ex ad di Facile.it, che cominciavano il sabato pomeriggio per terminare poi la domenica sera. Nel superattico con piscina, c’erano luci da discoteca, alcol e droghe gratis per i partecipanti. A controllare la lista degli invitati  i buttafuori sulle scale. Gli invitati: ragazze, sui 18-20 anni, uomini tra i 30 e i 40. E ancora: catering, champagne a volontà e vassoi con cocaina, chetamina e 2CB, la “coca rosa”.

Qui lo scorso 10 ottobre si è tenuta la festa, sera della presunta violenza.

admindaily

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