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Short news, dall’Italia e dal mondo: le notizie del 21 agosto in un click

Short news, dall’Italia e dal mondo: le notizie del 21 agosto in un click. Il maxi sequestro della Dia e la cronaca

La giornata di oggi, mercoledì 21 agosto si è aperta con il maxi sequestro della Dia che ha colpito il clan Santapaola-Ercolano. Poi le novità sulla morte di Liliana Resinovich e la nuova rivolta al carcere minorile Beccaria.

Clan Santapaola-Ercolano, la Dia sequestra 100 milioni di beni

La Direzione Investigativa Antimafia sta eseguendo un provvedimento emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione con il quale è stata disposta la confisca dell’imponente complesso societario e patrimoniale dei congiunti PARATORE Antonino e PARATORE Carmelo, rispettivamente padre e figlio. I due sono a capo di uno dei gruppi imprenditoriali più importanti della Sicilia orientale, operanti in svariati settori, ma principalmente nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti. Negli anni i congiunti sono riusciti a creare una vera e propria galassia di imprese, diversificando le attività della famiglia con società attive nei servizi di pulizia degli ospedali, nel settore immobiliare e nella gestione di un notissimo stabilimento balneare, sito sul litorale catanese. La certosina indagine avviata nel 2020 dalla D.I.A.– in perfetta sintonia con la Procura distrettuale etnea – ha preso in esame la posizione economica, finanziaria e patrimoniale dei predetti imprenditori, già attinti da indagini penali coordinate dalla Procura etnea, sulla scorta delle quali erano stati tratti in arresto con l’operazione denominata “Piramidi”. Con il provvedimento di confisca, il Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione ha riconosciuto il rapporto sinallagmatico sussistente da svariati decenni tra i predetti PARATORE e il boss ergastolano ZUCCARO Maurizio oggi detenuto presso il carcere di Opera Milano, storico esponente del clan Santapaola-Ercolano, già condannato per l’omicidio di ILARDO Luigi nota “fonte Oriente” ucciso a Catania nel 1996. Il forte legame tra i predetti, conclamato in atti giudiziari, emerge con certezza anche dalla presenza dei PARATORE al battesimo della figlia del boss ZUCCARO nonché al matrimonio del primogenito di quest’ultimo, anch’egli condannato per reati in materia di mafia. I Giudici hanno riconosciuto – in linea con l’attività di indagine condotta dalla D.I.A. – che sia stata proprio tale vicinanza l’origine dell’impressionante escalation imprenditoriale di PARATORE Antonino e del figlio Carmelo. Le indagini svolte dalla D.I.A. hanno, infatti, passato sotto la lente di ingrandimento ben quaranta anni della loro evoluzione economica ed imprenditoriale. Da umile carpentiere PARATORE Antonino è divenuto uno tra i più facoltosi imprenditori siciliani. Le complesse indagini patrimoniali, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia etnea, hanno consentito di appurare che l’ascesa imprenditoriale della citata famiglia ha avuto una formidabile impennata intorno alla fine degli anni 90 e che gli investimenti compiuti in quegli anni risultano caratterizzati da massicce immissioni di capitali non giustificate dalla capacità economico – finanziaria, flussi di denaro – sanciscono i Giudici del Tribunale Misure di Prevenzione  – provenienti dall’attività illecita del boss ZUCCARO Maurizio. Il quadro probatorio presentato all’Autorità Giudiziaria, oggi pienamente condiviso e richiamato nel decreto di confisca – è frutto di un lavoro investigativo minuzioso, che ha fatto emergere, tra l’altro, anche la perfetta correlazione temporale tra la crescita imprenditoriale delle imprese ed il ruolo di vertice assunto di fatto da ZUCCARO Maurizio in seno al clan Santapaola-Ercolano. Il provvedimento di confisca riguarda un patrimonio consistente in n. 14 società di capitali (operanti prevalentemente nei settori della raccolta e trattamento dei rifiuti, nella gestione di stabilimenti balneari, nell’acquisto, nella gestione e nella vendita di immobili), nonché in n.8 fabbricati e in svariati rapporti finanziari, che da oggi è sotto il controllo dello Stato, per un valore complessivamente stimato in oltre 100 milioni di euro. Il Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione – ha altresì irrogato nei confronti di PARATORE Antonino e del figlio Carmelo, la misura della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per la durata di anni tre.

Caso Liliana Resinovich, ecco le novità

Si continua ad indagare sulla morte di Liliana Resinovich. Secondo le ultime indagini sarebbe emersa, dall’analisi dei tabulati telefonici, una “anomala discrasia” tra quanto risultante dai tabulati telefonici e quanto è stato memorizzato dal telefono cellulare di Liliana. L’avvocato segnala – dopo la relazione della consulenza tecnica di parte – “che tra le 11.24 e le 13.06 – quando Liliana è uscita ed ha lasciato il telefono a casa – dai tabulati risulta attività mentre non ce ne è traccia sul telefono”. In pratica, sarebbe stata cancellata la chiamata delle 8.22 del 14 dicembre 2021 tra Liliana e l’amico Claudio Sterpin.

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Carcere Beccaria, nuova rivolta nella notte

Un nuovo episodio di tensione scuote il carcere minorile Cesare Beccaria di Milano. Secondo quanto riportato dai sindacati di polizia penitenziaria, una violenta rivolta è scoppiata all’interno della struttura a seguito di un banale episodio: un detenuto che tossiva. L’episodio, avvenuto nella notte scorsa, avrebbe scatenato l’ira di un gruppo di detenuti che, infastidito dal rumore della tosse, avrebbe dato inizio a una vera e propria sommossa. Le fiamme, appiccate a un materasso, si sarebbero rapidamente propagate, creando una situazione di grave pericolo sia per i detenuti che per il personale di custodia. Nel tentativo di sedare la rivolta, gli agenti della polizia penitenziaria sono stati oggetto di violenti attacchi da parte dei detenuti. Secondo le prime testimonianze, alcuni agenti avrebbero riportato ferite e contusioni, mentre altri sarebbero rimasti lievemente intossicati dal fumo. Dietro questo ultimo episodio di violenza, secondo gli esperti, si nasconderebbero cause più profonde, legate alle condizioni di detenzione, alla carenza di personale e alla difficoltà di gestire una popolazione carceraria sempre più giovane e spesso con problematiche psicologiche. Le organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria hanno espresso forte preoccupazione per la situazione, denunciando la carenza di risorse e la crescente pericolosità degli istituti penitenziari. Anche le associazioni per i diritti umani hanno condannato la violenza, sottolineando la necessità di intervenire sulle cause alla radice del problema.

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

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