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Giacomo Bozzoli in fuga, forse con la complicità di stranieri

Giacomo Bozzoli in fuga, forse con la complicità di stranieri e con il documento contraffatto

La fuga di Giacomo Bozzoli, condannato all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario, prende contorni sempre più definiti. Le immagini delle telecamere di sorveglianza dell’Hard Rock Hotel di Marbella immortalano la sua presenza nella località spagnola il 30 giugno, giorno prima della sentenza definitiva.

Le foto, diffuse dalla stampa spagnola e italiana, mostrano Bozzoli in compagnia della compagna Antonella Colossi e del figlio di 9 anni. Lo si vede in atteggiamenti tranquilli, mentre passeggia nella hall dell’hotel e si rilassa nella piscina del resort. Immagini che contrastano nettamente con la drammatica realtà della sua latitanza e con la condanna per un efferato delitto.

Le autorità spagnole avevano già comunicato agli inquirenti italiani di aver acquisito i fotogrammi dalle telecamere di sicurezza dell’hotel. La procura di Brescia, titolare dell’inchiesta sulla latitanza, attende ora di visionare il materiale completo per avere un quadro più dettagliato dei movimenti di Bozzoli a Marbella.

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Non è ancora chiaro se Bozzoli si trovasse già a Marbella al momento della pronuncia della Cassazione che ha confermato la sua condanna all’ergastolo, o se vi sia giunto in un secondo momento. Gli inquirenti ipotizzano che l’imprenditore bresciano avesse già pianificato la sua fuga all’estero, avvalendosi di una rete di complicità.

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

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