Morta in Svizzera con suicidio assistito all’insaputa di tutti. Il marito: “Ci chiediamo quanto sia giusto tutto questo”
Marta, una donna di 55 anni di Torino, è morta il 12 ottobre 2023 in una clinica di Basilea, in Svizzera, per suicidio assistito. La sua storia è stata riportata dai media italiani a gennaio 2024, dopo che il marito ha scoperto la sua morte da una mail finita nello spam della posta elettronica.
Marta aveva una vita felice e appagante, fino alla morte del figlio adolescente, avvenuta tre anni prima. La scomparsa del figlio aveva gettato Marta in una profonda depressione, da cui non riusciva a uscire.
La donna aveva iniziato a seguire una terapia di sostegno, ma non era riuscita a trovare un sollievo per il suo dolore. All’insaputa di tutti i suoi cari, aveva quindi deciso di ricorrere al suicidio assistito in Svizzera, dove questa pratica è legale.
Marta ha lasciato una lettera al marito, Alberto, in cui gli spiegava la sua decisione. “Senza nostro figlio sento che la mia vita è finita”, scriveva la donna. “Sappi che ti ho tanto amato. Ti prego, non fare lo stesso”.
Poco prima di morire la donna ha inviato un messaggio all’avvocato: “Per favore, vai a casa, stacca le utenze, regala i miei vestiti in beneficenza e affida a mio marito l’urna con le ceneri di nostro figlio”.
L’uomo aveva anche ricevuto una mail dalla clinica e pochi giorni dopo, le ceneri della moglie. “Ringrazio tutte le autorità italiane intervenute che ci hanno trattati oltre con grande umanità, oltre che con estrema professionalità. Hanno usato un garbo che equivaleva a un abbraccio”, ha detto Alberto a Repubblica e anche gli investigatori, “che ci hanno messo in contatto con l’agenzia di pompe funebri”.
“Non mi è stato permesso di vedere il corpo prima della cremazione, — ha proseguito l’uomo — ho ricevuto a casa l’urna con le sue ceneri e uno scarno certificato di morte sul quale non sono indicate le cause. Ci chiediamo quanto sia giusto tutto questo”.