Short news, dall’Italia e dal mondo: le notizie del 27 gennaio in un click. Il giorno della Memoria e i fatti di cronaca
Oggi, sabato 27 gennaio, ricorre il Giorno della Memoria, ecco le parole dei Mattarella e Segre. Poi le vicende in Medio Oriente e la vicenda di Alessia Pifferi e delle psicologhe indagate.
Funzionari Onu complici dei Raid di Hamas
Dodici funzionari Onu accusati di sostenere Hamas. “Per anni abbiamo messo in guardia: l’Unrwa perpetua il tema dei rifugiati, ostacola la pace e serve come braccio civile di Hamas a Gaza”. Il ministro degli Esteri israeliano, Katz – che si è augurato che altri Paesi seguano l’esempio dei Usa e Canada – ha sottolineato che l’Unrwa “deve pagare un prezzo per le sue azioni. L’Unrwa non è la soluzione”. António Guterres, segretario generale dell’Onu, si dice «inorridito». È «estremamente preoccupato» Josep Borrell, il ministro degli Esteri europeo. E vogliono vederci chiaro gli altri finanziatori — dalla Germania (202 milioni di euro) all’Ue (114), alla stessa Italia coi suoi 18 milioni —, decisi a rivedere quella somma d’oltre un miliardo che la comunità internazionale versa all’Unrwa e finisce, in parte, nelle tasche di Hamas. “Il governo italiano ha sospeso finanziamenti all’Unrwa, dopo l’atroce attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre. Paesi Alleati hanno recentemente preso la stessa decisione. Siamo impegnati nell’assistenza umanitaria alla popolazione palestinese, tutelando la sicurezza di Israele”. Lo annuncia il ministro degli Esteri Antonio Tajani su X.
Mattarella e Liliana Segre sul Giorno della Memoria
Sergio Mattarella nel suo discorso per il Giorno della Memoria ha detto: “La storia della deportazione e dei campi di concentramento non può essere separata dalla storia delle tirannidi fasciste in Europa: ne rappresenta il fondamento condotto all’estremo, oltre ogni limite della legge morale che è incisa nella coscienza umana”. Con queste parole, un sopravvissuto all’inferno di Auschwitz, Primo Levi, scolpiva, nel 1973, il giudizio sulle radici e sulle responsabilità prime dello sterminio organizzato e programmato ai danni di donne e uomini definiti di razze inferiori, il più grave compiuto nella storia dell’umanità. Il più abominevole dei crimini, per gravità e per dimensione – il genocidio di milioni di persone innocenti – commesso a metà dello scorso secolo nel cuore della civile Europa, dove già da molto tempo gli ideali di libertà, di rispetto dei diritti dell’uomo, di tolleranza, di fratellanza, di democrazia si erano diffusi, e venivano proclamati e largamente praticati”.
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«Quel che sta succedendo e quel che è successo il 7 ottobre mi hanno messo in una condizione che non avevo vissuto prima», ha detto Liliana Segre all’Università Statale di Milano dove ha ricevuto una laurea honoris causa in Scienze storiche. A proposito dei tanti morti in Medio Oriente ha detto che «nella spirale dell’odio più crudele, delle cose più spaventose, dal 7 di ottobre in poi sono i bambini di tutti i colori, di tutte le religioni, di tutte le appartenenze, quelli che mi trovano una nonna disperata a vedere una cosa di questo genere. Che questi bambini vengano uccisi per l’odio degli adulti che non si ferma mai, loro che sarebbero il futuro di popoli fratelli, è una cosa che mi ha dato una forma di disperazione serale».
Caso Alessia Pifferi, la sua legale non vuole lasciare l’incarico
La legale di Alessia Pifferi, che con le due psicologhe è indagata per falso ideologico, non intende lasciare l’incarico di difesa. A dirlo è l’avvocato di Alessia Pontenani, Corrado Limentani. Pontenani, chiarisce il difensore, “indagata in concorso con gli psicologi di San Vittore, per falso ideologico (non di favoreggiamento come prospettato da alcune testate) è assolutamente estranea alle accuse mossele, accuse che contesta fermamente”. Ciò che per la difesa “più sbalordisce è la tempistica delle indagini del pm. Il fatto che durante lo svolgimento di un dibattimento il pm svolga indagini parallele indagando non solo potenziali testimoni ma anche il difensore dell’imputato è un fatto raro e gravissimo”. A processo in corso “l’imputato e i medici del carcere sono stati oggetto di intercettazioni ambientali e perquisizioni domiciliari”. Sono state “intercettate anche – afferma Limentani – comunicazioni telefoniche del difensore. Le regole del processo sono state stravolte: se il pm aveva dei dubbi sulla regolarità delle attestazione dei medici che garantivano assistenza psicologica in carcere alla detenuta doveva confutare le loro tesi nel dibattimento in corso davanti alla Corte di Assise anziché aprire un processo ‘parallelo'”.