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I delitti di Gilgo Beac, fermato un uomo che si pensa sia il serial killer

I delitti di Gilgo Beac, fermato un uomo che si pensa sia il serial killer delle 11 vittime ritrovare sulla spiaggia newyorkese

I delitti di Gilgo Beach sono una serie di omicidi non risolti che si sono verificati nella zona di Gilgo Beach, Long Island, negli Stati Uniti. Gli omicidi sono iniziati nel 1996 e si ritiene che siano stati commessi da più assassini, anche se la connessione tra i casi non è stata pienamente confermata.

Il primo ritrovamento avvenne il 19 dicembre 2010, quando la polizia di Suffolk County, durante la ricerca di una donna scomparsa di nome Shannan Gilbert, trovò casualmente i resti di quattro donne nell’area di Gilgo Beach. Successivamente furono scoperti altri resti umani, portando il numero totale di vittime rinvenute a undici. Tra le vittime identificate ci sono diverse donne che erano coinvolte nell’industria del sesso e alcuni dei loro corpi erano stati sepolti in modo simile, avvolti in borse di plastica e sepolti in fosse poco profonde.

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Le indagini sui delitti di Gilgo Beach hanno rivelato un intricato mistero con molte sfaccettature. Si ritiene che gli assassini abbiano agito con un certo grado di organizzazione e abbia potuto trarre vantaggio dalla vasta area boscosa e poco abitata vicino a Gilgo Beach per nascondere i corpi. La presenza di diverse vittime e la somiglianza nelle modalità di occultamento dei corpi ha portato le autorità a ipotizzare l’esistenza di un serial killer o di più persone coinvolte in questi crimini.

Nonostante gli sforzi investigativi e le continue ricerche, i delitti di Gilgo Beach rimangono ancora irrisolti. Le autorità hanno seguito diverse piste e interrogato numerosi sospetti, ma finora non sono state effettuate arresti conclusivi legati a questi omicidi. L’indagine ora ha preso una nuova strada e l’esame del DNA ha permesso di dare un nome e un volto all’assassino. Rex Heuerman, è stato incriminato grazie alle tracce di Dna sul cartone di una pizza che aveva mangiato, che combaciano con quelle trovate su almeno tre delle vittime, riferiscono i media americani. L’uomo si è dichiarato innocente, ma le accuse contro Heuerman si basano su dati del traffico telefonico che lo collegano alle vittime e a un camioncino visto vicino all’abitazione delle donne. Inoltre, si sospetta che le vittime possano essere molte di più.

Foto di Thorsten Janssen da Pixabay

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

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