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Coppie gay, scoppia il caso a Padova per le coppie omogenitoriali

Coppie gay, scoppia il caso a Padova per le coppie omogenitoriali. La Procura analizza un caso in particolare

A Padova scoppia il caso delle coppie omogenitoriali. La Procura, infatti, ha impugnato gli atti di nascita di 33 casi, ovvero tutti quelli che il sindaco di Padova, Sergio Giordani del Pd, ha reso validi a partire dal 2017. Particolare attenzione viene data a quelle coppie, i cui figli sono nati dalla fecondazione eterologa, che in Italia è permessa, ma solo per coppie eterosessuali. Il caso si è acceso nello specifico per una bimba che compirà 6 anni fra poco tempo.

“Sono casi uguali, non c’è alcun motivo per differenziare”, ha spiegato la procuratrice di Padova facente funzioni, Valeria Sanzari. “Le notifiche dell’impugnazione arriveranno a tutte le 33 coppie per le quali abbiamo chiesto al Comune, ad aprile, gli atti anagrafici. Ci sono tempi tecnici di assegnazione agli uffici e quindi non è possibile dire a quante famiglie sia già stata notificata l’impugnazione. Io sono tenuta a far rispettare la legge e con l’attuale normativa non posso fare altro”. Poi aggiunge “La giovane età della bambina esclude che la modifica del cognome come richiesto possa avere ripercussioni sulla sua vita sociale”.

Il Sindaco di Padova dice:  “Sono sereno e convinto delle scelte fatte. Dal 2017 trascrivo gli atti di nascita delle bambine e dei bambini figli di due mamme. È un atto di responsabilità verso questi piccoli perché non accetto il pensiero che ci siano bambini discriminati fin da subito, e appena nascono, nei loro fondamentali diritti”.

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“Lo abbiamo sempre tempestivamente comunicato alla Procura di Padova dopo ogni atto senza avere mai controdeduzioni – prosegue Giordani -. Ci sono momenti nei quali un sindaco è da solo con la sua coscienza e la Costituzione, e deve decidere nell’interesse primario di chi ha davanti, per me e ritengo per la Costituzione l’interesse di questi piccoli era quello da mettere al centro”. “C’è un vuoto legislativo gravissimo – conclude – rispetto al quale il Parlamento dovrebbe legiferare; ma fino ad ora non lo ha fatto, lo hanno chiesto a gran voce molto colleghi sindaci anche di parti politiche diverse. Quello che dico alle forze politiche è di mettere da parte la battaglia ideologica e pensare solo ai bambini”.

Immagine di Freepik

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

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