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Milano, donna partorisce in un capannone e poi lascia la figlia in ospedale

Milano, donna partorisce in un capannone e poi lascia la figlia in ospedale. Cetin: “tutti siamo tenuti al rispetto della volontà della donna”

Un altro caso di abbandono di un neonato è avvenuto ieri, 12 aprile a Milano. Un’ambulanza del 118 allertata, raggiunge un capannone isolato Quarto Oggiaro, quartiere a Nord Ovest di Milano, ma quando arrivano la bambina è già nata.

La donna è la piccola vengono portate  all’ospedale Buzzi, ma la donna si rifiuta di riconoscere la piccola e lo stesso anche il padre. La donna si rifiuta anche di dare un nome alla piccola e la lascia in ospedale. Si tratta di una bimba sana, nata a termine — ha detto Gian Vincenzo Zuccotti, primario di Pediatria al Buzzi —. Vediamo un paio di casi simili all’anno. Per ora siamo nella media». 

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Il caso di questa bambina, però, è differente da quello del piccolo Enea. «Rispetteremo l’anonimato, come ci è stato chiesto — assicura la professoressa Irene Cetin, direttore del dipartimento Donna-mamma-neonato dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco, di cui fa parte il Buzzi —. Ci è già successo un’altra volta, quest’anno. La differenza sostanziale è che nel caso precedente, fin dall’inizio della gravidanza la donna è stata seguita dai consultori sul territorio, che hanno tutelato l’identità sua e del papà. I genitori sono stati assistiti dal punto di vista medico, psicologico e legale. Così il parto è avvenuto in un contesto sicuro. Dare alla luce un bimbo per strada o in un capannone può comportare rischi enormi. Penso per esempio all’emorragia post partum».

«Ma tutti siamo tenuti al rispetto della volontà della donna — aggiunge Cetin al Corriere della sera—. Non dobbiamo emettere giudizi, così come non dobbiamo farlo di fronte alle interruzioni volontarie di gravidanza. Abbiamo visto madri che al termine del percorso hanno scelto di riconoscere il figlio, altre invece no. Ma non ho incontrato nessuna che lo ha fatto senza alcun rimpianto. Si tratta sempre di una decisione molto difficile». 

Fonte immagine: https://it.freepik.com/foto-gratuito/madre-massaggiare-il-piede-del-suo-bambino-fuoco-poco-profondo_1145862.htm#query=neonata&position=42&from_view=search&track=robertav1_2_sidr

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

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