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Saman Abbas, il giornalista Ejaz: “il suo corpo è stato profanato”

Saman Abbas, il giornalista Ejaz: “il suo corpo è stato profanato”. Poi lancia l’appello per i funerali di Stato

Il corpo ritrovato a Novellara è quello di Saman Abbas. A confermarlo sono le analisi dall’arcata dentale, ma oltre alla tragedia della morte e tutta la vicenda cela molto di più. A parlarne all’agenzia Dire è Ahmad Ejaz, giornalista italo-pachistano che ha lavorato al caso come collaboratore della trasmissione della Rai ‘Chi l’ha visto?’.

“Il cadavere della giovane – dice il giornalista- è stato seppellito senza il ‘kaffan‘, ossia il lenzuolo bianco rituale in cui vengono avvolti i fedeli musulmani. Inoltre la testa non è rivolta in direzione della Mecca“.

Poi aggiunge: “L’Islam vieta in modo assoluto l’omicidio, quindi i familiari di Saman hanno in ogni caso commesso un gesto contrario all’islam. Essendo però musulmani, conoscono le disposizioni tradizionali per la sepoltura e, infrangendole, si può presumere che abbiano voluto insultare doppiamente la ragazza“.

Conclude Ejaz: “Ora che è giunta la conferma definitiva del ritrovamento del corpo auspico che si acceleri la procedura di estradizione di Shabbar Abbas, il padre di Saman fuggito con la moglie subito dopo l’omicidio, affinché sia processato nel nostro Paese, magari grazie all’azione del nuovo ambasciatore del Pakistan in Italia Ali Javed, che si è da poco insediato”.

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Infine, Ejaz lancia un appello a Giorgia Meloni: “In passato Fratelli d’Italia si è fatto carico di contribuire al trasferimento in Italia di alcune ragazze pakistane, che non volevano accettare matrimoni forzati. Vorrei quindi suggerire alla premier di organizzare dei funerali di Stato per Saman, anche per sensibilizzare su un altro tema: quello della cittadinanza negata ai giovani figli di stranieri venuti in Italia da piccoli o nati qui, che devono aspettare fino ai 18 anni per avviare le procedure“.

“Saman è morta anche per questo – sottolinea Ejaz – perché è stata costretta a lasciare la casa famiglia in cui si era rifugiata per tornare nella sua abitazione a prendere il passaporto, dato che aveva il permesso di soggiorno in scadenza“.

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

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