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Pagamenti Pos, i motivi dietro lo stop all’obbligo

Pagamenti Pos, i motivi dietro lo stop all’obbligo da parte della Corte dei Conti in una nota ufficiale pubblicata

La Corte dei Conti ha bocciato la “pace fiscale” proposta dal Governo nell’ultima manovra di Bilancio, in particolare avrebbe bocciato l’innalzamento da 1.000 e 5.000 euro del tetto contante e la cancellazione dell’obbligo, per commercianti e professionisti, di accettare pagamenti con Pos.

Su quest’ultimo argomento, ha detto la Corte dei Conti che sono tre le motivazioni con cui si boccia la cancellazione dell’obbligo di accettare pagamenti tracciabili sotto i 60 euro. A elencare in sintesi i tre punti è il quotidiano Today.it, che scrive:

  • l’esigenza di assicurare la proporzionalità tra l’entità della sanzione irrogabile (in ogni caso non inferiore a 30 euro) e l’importo del pagamento rifiutato;
  • la necessità di tenere conto della “crisi di liquidità e degli incrementi dei costi produttivi, gestionali e operativi, prodotti in capo agli operatori economici dall’inflazione e dall’aumento dei costi dei prodotti energetici”;
  • il ripristino dal 1° luglio 2022 della misura ordinaria del 30 per cento del credito di imposta sulle commissioni bancarie per le transazioni (dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022 era stata riconosciuta una percentuale del 100%). 

Nel documento pubblicato dalla Corte dei Conti, si specifica che: “Una riduzione dell’uso del denaro contante, il cui trasferimento – per definizione – non è tracciabile, potenzia l’azione di controllo e, ancora prima, rende le attività criminose più difficili da compiere. Di converso la diffusione dei pagamenti elettronici, oltre a garantire la libertà di scelta dei consumatori, costituisce un presupposto fondamentale per semplificare gli adempimenti fiscali e amministrativi, nonché concorre all’emersione delle basi imponibili segnatamente in quei settori rivolti al consumatore finale ove più diffusi sono i fenomeni evasivi”.

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E ancora: “In un’ottica di lungo periodo la diffusione dei pagamenti elettronici potrebbe consentire di sviluppare – da parte dell’amministrazione finanziaria e anche di altre pubbliche amministrazioni – servizi in grado di ridurre drasticamente gli adempimenti di cittadini e imprese”.

Fonte immagine: Immagine di pressfoto su Freepik

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

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