Catania, sbarcati alcuni passeggeri della Geo Barents, ma il Viminale tiene la linea dura ribadendo la necessità del rispetto delle regole
La Geo Barents è la nave di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere con 572 migranti a bordo, le cui operazioni di sbarco a Catania si sono tenute ieri, domenica 6 novembre. Hanno toccato terra quelli che gli ispettori hanno definito “casi di vulnerabilità”, dando il via libera allo sbarco di 357 persone.
Per Medici Senza Frontiere si tratta di uno sbarco illegale: “Un’operazione di soccorso si può considerare terminata solamente una volta che tutti i sopravvissuti sono stati fatti sbarcare in un luogo sicuro. Lo sbarco selettivo e parziale, come quello proposto dalle autorità italiane, non è da considerarsi legale secondo le convenzioni di diritto marittimo”.
Medici Senza Frontiere ha poi aggiunto che “secondo il diritto internazionale una nave non è responsabile dell’accoglienza a bordo dei sopravvissuti laddove siano possibili soluzioni alternative. Inoltre, il governo responsabile dovrebbe prendere ogni misura necessaria per far sì che i sopravvissuti restino a bordo il minor tempo possibile, secondo quanto stabilito dalle Linee Guida sul Trattamento delle Persone Soccorse in Mare”.
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Juan Matias Gil, capo missione di Medici Senza Frontiere, ha aggiunto: “Dopo aver rischiato la vita in mare per fuggire dalla Libia, 572 persone sono rimaste ostaggio di scelte politiche disumane per più di 10 giorni a bordo di una nave, invece di vedersi riconosciuto il diritto a sbarcare in un porto sicuro. Dopo tutto ciò, queste persone devono oggi anche assistere al cinico spettacolo della politica che gioca con le loro vite. Tutti coloro a bordo della Geo Barents devono poter sbarcare immediatamente, per ricevere assistenza e veder riconosciuto il loro diritto a chiedere protezione”.
Il Viminale fa sapere che “Le persone che hanno i requisiti possono sbarcare”, “gli altri devono tornare fuori dalle acque territoriali”. Anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi sottolinea che l’Italia si fa “carico di ciò che presenta problemi di ordine assistenziale e umanitario”, ma “senza derogare al fatto che gli obblighi di presa in carico competono allo Stato di bandiera” e “senza venire meno agli obblighi umanitari su cui non faremo mai marcia indietro”.