Iran, continuano le proteste a Teheran contro il potere religioso. Usati lacrimogeni per disperdere la folla
Continuano le proteste a Teheran antigovernative. Le manifestazioni erano iniziate dopo la morte il 16 settembre a Teheran di Mahsa Amini, la 22enne che ha perso la vita dopo essere stata arrestata perché non portava il velo in modo corretto. Da allora le proteste si sono moltiplicate e hanno toccato l’intero paese.
Nel corso dell’ultima manifestazione per ricordare la morte di Hadis Najafi, una giovane donna uccisa da un colpo di pistola mentre protestava vicino Teheran, la polizia ha utilizzato lacrimogeni per disperdere la folla. Inoltre, hanno chiuso il cimitero per impedire che i manifestanti si recassero sulla tomba di Najafi.
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Non solo questo, ma un’altra forma di protesta pacifica viene messa in atto. In alcuni video diffusi in rete si vedono dei giovani avvicinarsi, senza essere visti, a persone che indossano l’abito religioso per togliergli il turbante, facendolo cadere a terra. Questa azione, togliere il turbante ai religiosi, è diventata una nuova forma di protesta non violenta.
Tuttavia, nelle proteste non sono mancati gli scontri violenti. Secondo la ong con sede ad Oslo ‘Iran Human Rights’, durante la repressione delle proteste sono morte almeno 277 persone, tra cui 40 minori e 24 donne.