Daniela Santanché sarebbe indagata per falso in bilancio, ecco la sua risposta alle accuse per fatti relativi a Visibilia Editore spa
La neo ministro del Turismo Daniela Santanché sarebbe indagata per ipotesi di reato per falso in bilancio nelle comunicazioni di Visibilia Editore spa, di cui fino allo scorso 23 gennaio e dal 2016 è stata presidente.
La Procura di Milano ha chiesto al Tribunale fallimentare l’apertura della liquidazione giudiziale, poiché la società «versa in uno stato irreversibile di crisi assimilabile a tutti gli effetti al concetto di insolvenza prospettica, intesa come “incapacità non solo passata, ma anche e soprattutto futura, di pagare i propri debiti” in un ragionevole arco temporale».
Leggi anche: SI COMPLETA LA SQUADRA DI GOVERNO, ECCO TUTTI I VICEMINISTRI E SOTTOSEGRETARI
I debiti con il Fisco sarebbero per la somma di 984.000 euro di cartelle emesse dal 2018. Il Gruppo Tutela Mercati della Gdf di Milano in una annotazione depositata nella già nota inchiesta aperta dai pm Fontana e Gravina hanno evidenziato «la sussistenza del reato di false comunicazioni sociali delle società quotate (art.2622), con particolare riferimento alle voci avviamento e imposte anticipate».
L’inchiesta ha preso il via dopo la denuncia di alcuni piccoli azionisti, i quali lamentavano «gravi irregolarità nella gestione della società» e «omissioni negli organi di vigilanza come i revisori contabili».
Daniela Santanché ha replicato alle accuse: «È falso che io sia indagata. Querelerò tutti coloro che vicino a Visibilia scrivono Santanchè, visto che io ho venduto tutte le quote. E peraltro nel caso di specie non solo non è indagata la Santanchè ma non c’è nessun indagato, perché il fascicolo è aperto a `modello 45´, quindi senza indagati».