Rischio bomba nucleare nelle regioni annesse dalla Russia. A dirlo è il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitri Medvedev
La Russia ha minacciato di usare l’arma nucleare nel caso Kiev tentasse di riconquistare i territori annessi da Mosca.
A dirlo su Telegram è stato il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitri Medvedev, che ha chiaramente detto che se Kiev vuole riprendere tutti i territori che in precedenza le appartenevano e quindi «strapparli alla Russia, minacciandone l’esistenza come Stato, questo farebbe scattare la clausola 19 dei Fondamenti della politica statale della Federazione russa in campo di deterrenza nucleare».
Il messaggio di Medvedev continua con una domanda: «Non è questa una diretta provocazione di una guerra mondiale con l’uso di armi nucleari?», aggiungendo che appoggiando Kiev «l’Occidente sta provocando una guerra globale». «Solo la vittoria della Russia è garanzia di pace», ha aggiunto.
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L’ambasciata russa a Roma in una nota ha chiarito una polemica nata in seguito ad alcune notizie che vedevano l’Italia al centro della questione con un presunto invio di militari. Il caso era scoppiato dopo una intervista rilasciata dall’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov al canale televisivo Oval Media il 28 ottobre scorso.
Oggi l’ambasciata chiarisce la dinamica, riportata dal Corriere della Sera. “L’intervistatore Franco Fracassi ha detto: «Io quest’estate ad agosto sono stato in Donbass e due cose mi hanno fatto veramente impressione. La prima, a Donetsk ogni 40 secondi si sentiva un’esplosione di cannone e a Donetsk non c’è la guerra perché il fronte sta a centinaia di chilometri».
Prosegue la nota: “Razov ha annuito e Fracassi ha aggiunto «perché erano arrivati i cannoni italiani che bombardavano la città. Non gli italiani, ma, con i cannoni italiani». A quel punto Razov ha detto «forse italiani». Fracassi quindi ha chiesto «forse anche italiani?». E Razov: «non escludo, si». L’ambasciata russa afferma che «come si può vedere, non si tratta di persone, ma di cannoni usati per bombardare Donetsk, che potrebbero essere anche di produzione italiana, ma la parte russa non ne ha certezza»”.