Paolo Borsellino, nel trentennale della morte due cortei a Palermo lo ricordano. Le parole dell’agente Antonino Vullo, scampato alla strage
Sono trascorsi esattamente trent’anni dalla Strage di Via D’Amelia, quando il 19 luglio 1992 morì Paolo Borsellino e i membri della sua scorta. L’unico a salvarsi fu l’agente Antonino Vullo, scampato perché al momento della deflagrazione stava parcheggiando uno dei veicoli della scorta.
All’Agi, Vullo ha detto: “Il 19 luglio per me è tutti i giorni, ma lo deve essere per tutti perché il sacrificio di chi ha lavorato per la nostra terra non deve essere dimenticato“.
“Il 19 luglio – aggiunge Vullo – deve essere vissuto durante gli atti giornalieri di via quotidiana, durante tutte le nostre azioni per un futuro migliore. Solo così lo potremmo avere“. Conclude Vullo: “io in via d’Amelio ci vado da solo anche durante l’anno. Ci vado perché ancora il ricordo di quel giorno rimbomba nella mia mente“.
Leggi anche: MARMOLADA, NUOVO DISTACCO: SERACCO PRONTO A CROLLARE.
Oggi, a Palermo saranno due i cortei a ricordarlo: il primo alle 16.30 organizzato dagli scout dell’Agesci con partenza da piazza San Domenico e arrivo fino a via D’Amelio. Tra i promotori dell’iniziativa i familiari di Rita Borsellino, sorella del giudice ucciso. Dopo la marcia avrà luogo una veglia per ricordare le vittime della strage.
Un secondo corteo è quello delle Agende Rosse, è partito da piazza Magione, passando per i Quattro Canti, il teatro Massimo fino a Villa Filippina. Ancora insoluto il mistero della scomparsa dell’Agenda Rossa che Paolo Borsellino aveva sempre con sé e che è sparita pochi istanti dopo l’attentato. Ma molti altri sono gli aspetti mai chiariti e che hanno caratterizzato le stragi del 1992-1993.