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Morte Elena del Pozzo, la confessione della madre

Morte Elena del Pozzo, la confessione della madre: “Quando ho colpito Elena avevo una forza che non avevo mai percepito prima”

Martina Patti, 2e anni, ha confessato di aver ucciso la figlia, Martina del Pozzo, con 7 coltellate al collo e alla schiena. Secondo gli inquirenti il movente sarebbe la gelosia della donna nei confronti dell’attuale fidanzata del padre della bimba, La donna temeva che si affezionasse a Martina e ne diventasse la “matrigna”.

Il Corriere della Sera riporta i dettagli della confessione della donna, la quale avrebbe architettato l’omicidio per punire anche l’ex compagno Alessandro Del Pozzo. Avrebbe inventato la storia del sequestro, sfruttando una vecchia minaccia che il padre aveva ricevuto.

La donna ha raccontato: «Quando ho preso mia figlia all’asilo siamo andate a casa mia, Elena ha voluto mangiare un budino poi ha guardato i cartoni animati dal mio cellulare. Io intanto stiravo… in serata saremmo dovute andare da un mio amico per il suo compleanno ed Elena era contenta… poi siamo uscite per andare a casa di mia madre, ma poi ho rimosso tutto».

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Poi aggiunge: «Non ricordo se ho portato con me qualche oggetto da casa. All’incirca erano le 14.30, siamo andate nel campo che ho indicato ai carabinieri». «Era la prima volta che portavo la bambina in quel campo… ho l’immagine del coltello, ma non ricordo dove l’ho preso. Non ricordo di aver fatto del male alla bambina, ricordo solo di aver pianto tanto».

«Quando ho colpito Elena – racconta la madre senza mostrare commozione – avevo una forza che non avevo mai percepito prima. Non ricordo la reazione della bambina mentre la colpivo, forse era ferma, ma ho un ricordo molto annebbiato».

«Non ricordo dove ho messo il coltello… prima di andare dai miei genitori mi sono cambiata, ma i vestiti che indossavo quando ero con la bambina non erano sporchi di sangue, ero macchiata solo nelle braccia e ricordo che piangevo forte… quando ho incontrato i miei genitori e Alessandro ho inventato la storia che ci avevano fermato e che avevano rapito la bambina sfruttando la storia delle minacce ad Alessandro».

Fonte immagine:https://twitter.com/Ninomauger/status/1536652220921413632/photo/1

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

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