Guerra in Ucraina, ecco come è stato colpito l’incrociatore russo Moskva, che ora starebbe per affondare di fronte Odessa
«Abbiamo ottenuto un successo rilevante. Colpire con due missili Neptune e sostanzialmente mettere fuori gioco l’incrociatore lanciamissili Moskva, la nave ammiraglia della flotta russa del Mar Nero, significa danneggiare fortemente la marina militare di Putin e l’intero apparato d’attacco contro l’Ucraina», questa la dichiarazione di Oleg Zhdanov, ex alto ufficiale prima dell’esercito sovietico, ora ucraino, e docente di cose militari.
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In una intervista al Corriere della Sera, l’esperto aggiunge altri dettagli: “La nave si trovava a circa 25 km al largo di Odessa con oltre 500 marinai a bordo. Sappiamo che i due missili sono stati sparati da una base vicino a Odessa, hanno fatto esplodere la Santa Barbara e la nave è sbandata, pare stia affondando, comunque non sarà più utilizzabile. Il mare era agitato al momento, c’erano unità turche che incrociavano non troppo lontano e pare abbiano salvato una cinquantina di marinai, gli altri potrebbero essere morti”.
Nelle ultime ore, poi, si è saputo che l’incrociatore è affondato, ma i russi hanno dichiarato che sarebbe accaduto con il mare agitato e mentre erano in corso le operazioni di rimorchio.
Sui missili Neptune, utilizzati per colpire la nave russa, ha spiegato che si tratta di ordigni “modernissimi , che volano sul pelo dell’acqua”. Poi aggiungr: «Sono missili entrati in funzione solo all’inizio dell’anno, ne possediamo un numero limitato, hanno un raggio di circa 200 chilometri e una testata capace di portare 300 chili di esplosivo. Li producono le nostre industrie militari che sviluppano un vecchio modello sovietico».
Mentre «il Moskva è stato varato nel 1982, venne poi modificato e aggiornato nel 2001, ma rimane un modello obsoleto. Le sue difese non sono state in grado di intercettare i Neptune».