Il piccolo Mustafà è in Italia per iniziare una nuova vita. Sarà presto sottoposto alle cure e gli saranno date protesi per gambe e braccia
Tutti ricorderanno la foto di Munzir, 35 anni e di suo figlio Mustafa, di 6 anni. Sono due profughi siriani, vittime degli orrori della guerra. L’Italia darà una possibilità a Mustafà, un bambino sorridente nonostante le grandi difficoltà, donandogli gambe e braccia artificiali.
Il padre del bambino ha perso una gamba a seguito di un bombardamento, mentre il piccolo Mustafà è nato senza braccia né gambe a causa di un attacco chimico che ha coinvolto Zeynep, la mamma, quando era in attesa del figlio.
Ieri, Mustafà, insieme al padre, la madre e alle due sorelline, è arrivato in Italia. Ora si trovano presso il centro Caritas di Arbia, località tra i comuni di Asciano e Siena, dove saranno ospitati nei prossimi giorni per osservare la quarantena. Ad attenderli c’era l’Arcivescovo di Siena, Augusto Paolo Lojudice.
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A seguire la famiglia siriana è la Fondazione Opera Diocesana Senese per la Carità onlus, ramo onlus della Caritas Diocesana di Siena, Colle di Val d’Elsa e Montalcino, che oltre all’ospitalità, garantirà l’inserimento della famiglia in Italia. Successivamente il Centro Protesi Vigorso di Budrio, e i Comuni di Budrio e Bologna, ospiteranno la famiglia durante il periodo di degenza e di cure di Mustafa e Munzir presso lo stesso Centro Protesi.
Tutto era partito da uno scatto del fotografo turco Mehmet Aslan. La fotografia che ritrae padre e figlio ha visto il Sipa, Siena International Photo Awards 2021. Ma non è finita qui, poichè ha dato vita ad una grande mobilitazione e alla raccolta fondi di oltre 100mila euro, che hanno reso possibili le cure di Mustafà e del padre.