Cleo Smith è tornata a casa. Incriminato il suo rapitore che si è inflitto ferite alla testa nella sua cella
E’ stata ritrovata chiusa in una stanza dell’abitazione del suo rapinatore, a sette minuti a piedi dalla casa dove vive con la madre e la sorellina, Cleo Smith. Quando l’hanno ritrovata, alla domanda su come si chiamasse, ha risposto: “mi chiamo Cleo”. Finisce così l’incubo per la bimba australiana rapita per 18 giorni, mentre era in campeggio con la mamma e il suo compagno.
Qualche giorno di ospedale per accertarsi delle sue condizioni di salute, che sono comunque apparse subito buone, e Cleo è tornata a casa insieme alla sua famiglia. Ad aspettarla anche alcuni psicologi infantili per assisterla nel post sequestro.
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Mark McGowan, premier della Western Australia, ha fatto visita alla bambina, regalandole due orsacchiotti a cui sono stati dati i nomi degli agenti che l’hanno salvata, Rod Wilde e Cameron Blaine. «Non so se resisteranno, a Cleo non sembravano piacere granché quei nomi», ha detto McGowan, che ha aggiunto di essersi scambiato il cinque con Cleo e che da quando è a casa ha un «grande appetito».
Sull’identità del rapitore è emerso qualche dettaglio. Si chiama Terry Kelly, ha 36 anni e sarebbe ossessionato dalle bambole, che per lui sono la sua famiglia immaginaria. La sua abitazione aveva le finestre oscurate e pare avesse una collezione nutrita di bambole. L’uomo è stato ricoverato e dimesso due volte per le ferite auto-inflitte. Su di lui è stata formalizzata l’incriminazione per rapimento di minore.
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