La morte di Laura Ziliani non è stata ancora chiarita, ma le circostanze indicano la presunta colpevolezza delle figlie
Al centro della prima puntata della nuova stagione televisiva di Quarto Grado oltre al caso di Denise Pipitone e di Saman Abbas si è parlato anche della morte di Laura Ziliani, la vigilessa di Temù (Val Camonica), che lo scorso 8 agosto è stata trovata priva di vita.
Secondo quando emerso dalle indagini, è certo che la donna sia stata uccisa. Dall’autopsia non sono emersi traumi che potrebbero ricondurre la morte ad un incidente in montagna, ma si attendono ulteriori esami per confermare o smentire altre ipotesi.
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I sospetti sono caduti su due delle tre figlie della donna, che secondo le ricostruzioni negli ultimi tempi erano in disaccordo con la madre relativamente alla gestione di beni immobiliari. Su di loro pende l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere, mentre il movente sarebbe di tipo economico.
Infatti, dalle indagini è emerso che la trasformazione della villetta di famiglia in un Bed&Breakfast abbia dato vita ad una serie di discussioni, ma nulla faceva presagire un epilogo tragico. Sotto osservazione, secondo quanto riferito nel corso della trasmissione, condotta da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero, un particolare che la vittima aveva raccontato ad un’amica, ovvero che dopo aver bevuto una tisana preparata dalle figlie, la donna ha dormito per 36 ore di fila.
Che sia stata avvelenata? Per rispondere a questa domanda bisogna necessariamente attendere gli ulteriori esami autoptici. A non convincere gli inquirenti è anche la ricostruzione dei fatti messa su dalle due figlie e una serie di indizi che non coinciderebbero con i fatti riscontrati: l’abbigliamento della vittima non era quello abituale per le camminate in montagna, il suo cellulare nascosto in casa, il fatto che il corpo pare sia stato portato sul luogo del ritrovamento e l’allarme per la sparizione solo dopo poche ore dall’uscita di casa della donna.