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L’Italia passa gradualmente in bianco. Crisanti: “La pandemia non è finita”

L’Italia passa gradualmente in bianco con le prime tre regioni, ma Crisanti parla di prudenza

Da oggi, lunedì 31 maggio tre regioni, Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Molise passano in zona bianca. Questo, oltre ad essere un segnale di miglioramento di quella che è la situazione epidemiologica in Italia, è anche sinonimo di ripartenza e maggiori libertà.

Infatti, per chi è in zona bianca ci sono maggiori libertà, dovute anche all’abolizione del coprifuoco. Per chi vive nelle tre regioni divenute bianche scattano le nuove riaperture per ristoranti e bar al chiuso, ma anche per matrimoni, fiere, parchi tematici, convegni e congressi e per una serie di attività sportive e di aggregazione, come piscine al chiuso, centri termali, sale giochi, bingo e casinò, centri ricreativi e sociali, corsi di formazione pubblici e privati, competizioni sportive al chiuso.

Con l’ultima ordinanza del Ministero della Salute, però, si è registrato un cambiamento riguardo le cerimonie nuziali, per le quali è previsto il green pass con nessun limite sui partecipanti. Questa scelta è stata dettata dalla necessità di maggiore prudenza, anche se per molti è stata vista come un passo indietro. Con la nuova ordinanza si potrà ritornare in discoteca, ma solo per ascoltare musica e consumare bevande. Non ancora si potrà ballare in pista.

Dal primo giugno cambiano le cose anche per i bar. Si potrà consumare al bancone, assicurando sempre il distanziamento di un metro. Intanto, il ministro Speranza ha dichiarato che a giugno arriveranno nuove dosi di vaccino, così da dare nuovo impulso alle vaccinazioni, che a breve partiranno anche per la fascia d’età dai 12 ai 15 anni. Sulla possibilità di togliere la mascherina è cauto: “appena gli scienziati ce lo diranno potremo toglierle all’aperto e solo dopo al chiuso. In una fase di transizione dobbiamo non avere fretta e non dobbiamo vanificare gli sforzi fatti”.

La cautela è invocata oggi anche da Crisanti, che ha detto: “I 2.949 contagi e i 44 morti di ieri, il dato più basso dal 14 ottobre, sono certamente una buona notizia, ma ci sono ancora incognite come la durata dell’immunità e le varianti da non sottovalutare”, ha dichiarato il virologo a La Stampa. Poi ha aggiunto: “La pandemia non è finita e dobbiamo saperlo tutti. In Inghilterra dove si pensava alle riaperture, con il doppio dei vaccinati rispetto all’Italia, c’è una battuta d’arresto”.

 

Amalia Vingione

Amalia Vingione è laureata in Lettere Moderne presso l’Università Federico II di Napoli e presso lo stesso Ateneo consegue la laurea specialistica in Filologia Moderna con indirizzo in Italianistica. Consegue un Master in Editoria e Comunicazione presso il Centro di Formazione Comunika di Roma. Attualmente lavora come Editor, Copywriter per diverse Case editrici e Giornali e si occupa di Comunicazione per enti e associazioni.

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