Per l’omicidio del vicebrigadiere Cerciello, i due imputati sono stati condannati alla pena dell’ergastolo. Oggi arrivano le parole toccanti del fratello della vittima
Dopo tredici ore di camera di consiglio è arrivata, ieri, la condanna all’ergastolo per Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth, i due americani che uccisero con undici coltellate il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega il 26 luglio del 2019. I due imputati, accusati di concorso in omicidio, hanno ricevuto il massimo della pena richiesta dal pm Maria Sabina Calabretta.
All’ergastolo si aggiunge il “risarcimento di un milione di euro circa a titolo di provvisionale immediatamente esecutiva in favore delle parti civili”. Inoltre, per i due condannati è stato disposto anche un periodo di due mesi di isolamento diurno.
Alla lettura della sentenza, la vedova di Cerciello, Rosa Maria Esilio, è scoppiata in lacrime, mentre l’avvocato della donna ha poi dichiarato che la sentenza è “severa ma corrispondente al delitto atroce che è stato commesso, una pena adeguata alla gravità del fatto per i due imputati che non hanno dato nessun segno di pentimento”.
Un atto di ingiustizia e di vergogna, invece, è il commento degli avvocati dei due giovani. Intanto, oggi, il fratello del vicebrigadiere Cerciello, Paolo Cerciello Rega ha commentato la sentenza al giornale AdnKronos, dichiarando: “Mario era tutto per me. Un fratello vero, un amico e un punto di riferimento eccezionale. La sentenza sicuramente non può ridarmi mio fratello, ma mi aiuta nel vivere il mio profondo dolore perché è una sentenza giusta che rispecchia la gravità dei fatti e il modo barbaro e crudele in cui Mario ha perso la vita”.
Poi ha ringraziato la Corte d’Assise di Roma, l’avvocato Ester Molinaro e lo studio del professor Coppi per il lavoro svolto anche nel delicato periodo del lockdown e per aver difeso “l’onore di mio fratello Mario, morto mentre era servizio del nostro Paese”.