Rosario Livatino, il “giudice ragazzino”, sarà proclamato beato il prossimo 9 maggio presso la cattedrale di Agrigento, per il martirio “in odio alla fede”
Domenica 9 maggio il giudice Rosario Livatino sarà proclamato beato nella Cattedrale di Agrigento. Il giudice fu ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990 e fu solo una delle tante vittime della faida mafiosa, che culminò con l’uccisione di Falcone e Borsellino. Il 22 dicembre scorso, da parte di papa Francesco c’è stato il via libera per la promulgazione del decreto che ne riconosce il martirio “in odio alla fede”.
A presiedere la celebrazione, che sarò trasmessa in diretta televisiva su Rai1 a partire dalle ore 10, sarà il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei santi. La data del 9 maggio non è casuale, ma è l’anniversario della famosa invettiva pronunciata da papa Giovanni Paolo II ad Agrigento al termine della messa. Quel suo intervento non era previsto, ma probabilmente nacque dall’incontro che il pontefice aveva avuto precedentemente con i genitori del giudice scomparso.
La morte di Livatino avvenne il 21 settembre del 1990 sulla SS 640 Caltanissetta-Agrigento, mentre si recava, senza scorta, in tribunale. Ad assassinarlo furono quattro sicari assoldati dalla Stidda agrigentina, ovvero l’organizzazione mafiosa in contrasto con Cosa nostra. Era a bordo della sua vettura, una vecchia Ford Fiesta color amaranto, quando fu speronato dall’auto dei killer.
Tentò disperatamente una fuga a piedi attraverso i campi limitrofi ma, già ferito da un colpo ad una spalla, fu raggiunto dopo poche decine di metri e freddato a colpi di pistola. Non aveva mai accettato la scorta, pur essendo consapevole del pericolo, ma diceva di non volere «che altri padri di famiglia debbano pagare per causa mia». Papa Francesco lo ha definito «testimone esemplare, giudice leale alle istituzioni, aperto al dialogo, fermo e coraggioso nel difendere la giustizia e la dignità della persona umana».