Una vita intensa e piena di avventure e di esperienze quella di Alessio Boni che ha deciso di raccontarla nel libro “Mordere la nebbia” per il figlio Lorenzo
Oggi è uscito “Mordere la nebbia”, il libro che Alessio Boni ha scritto per raccontare la sua storia al figlio Lorenzo che ha appena spalancato gli occhi sul mondo. Il libro trascina nella vita dell’attore: dai palcoscenici ai campi profughi, dal Festival di Cannes all’inferno di un lebbrosario a Belo Horizonte, nella costruzione instancabile di un grande affresco umano. Il messaggio arriva forte e chiaro: puoi pur nascere dall’uomo più povero o umile che esista sulla faccia della Terra, ma sei tu a determinare la tua vita, scegliendo ogni giorno chi vuoi essere e cosa vuoi ottenere.
È proprio in occasione dell’uscita del libro, che Alessio Boni ha rilasciato un’intervista a “Sette”, la rivista del Corriere della Sera. L’attore ha spiegato che da quando è diventato padre del piccolo Lorenzo “ho cominciato a farmi domande che non mi ero mai posto: cosa spero per mio figlio? Che tipo di padre sarò per lui? Come potrò proteggerlo? Da questi interrogativi è nata l’idea del libro, che ho scritto grazie al tempo che il lockdown mi ha “regalato”. La quarantena, nella sua drammaticità, a me ha fatto due doni: le ore per analizzare il mio percorso e quelle per vivere accanto a Lorenzo minuto per minuto. Nella mia frenetica vita “di prima”, non sarebbe mai capitato”. Il figlio, avuto insieme alla compagna Nina Verdelli, ha reso molto felice Alessio Boni e lo ha portato a ripensare al rapporto col padre: “Mio padre ha fatto del suo meglio, ma quelli erano altri tempi. Tempi in cui i papà si vergognavano di spingere il passeggino. Era un uomo ruvido, forgiato dal duro lavoro, ma sempre diretto e onesto. Col senno di poi, lo ringrazio: forse, se non fosse stato così spigoloso, non avrei cercato altro dalla vita”. Alessio Boni si dimostra grato al padre perché proprio grazie alle incomprensioni, ha deciso di “mordere la nebbia” e di andare oltre al fare il piastrellista come lui. “Con mio figlio mi immagino un rapporto diverso. Lo lascerò libero di scegliere: al massimo impartirò dei consigli, mai delle pressioni. Mi auguro solo trovi la sua passione, perché questo, nella vita, fa la differenza”.
Inoltre, Alessio Boni non teme che la fine della pandemia possa allontanarlo dal figlio. Anzi sostiene: “No, non mi fa paura ripartire, anzi. Sono e rimango un animale da viaggio, un gitano dentro. Ho voglia di tornare al mondo normale e, dato che sarà diverso, sono curioso di vedere come cambierà. Mi mancano il teatro, il set, il pubblico. Ti dirò di più, ho anche voglia di lasciare il bambino alla nonna e andare a farmi una serata con la mia compagna Nina. Certo, da ora in poi selezionerò di più i progetti: non mi farò inghiottire dalla frenesia come prima, perché il tempo con mio figlio è prezioso. Sia per lui sia per me”.
Infine, su “Mordere la nebbia”, il libro che da oggi è in libreria, Alessio Boni si augura che i lettori “siano incoraggiati a non smettere mai di sognare. E a combattere per raggiungere i propri obiettivi, professionali e soprattutto umani. Perché, come diceva Einstein, “nella vita è importante diventare persone di valore, non per forza di successo”. Spero che ciascuno morda la nebbia a modo suo, nel mondo che verrà dopo la pandemia. Se la mia storia può servire a qualcosa, è a questo che serve: a ribadire che “si può fare”, anche senza santi in paradiso”.