Franco Battiato, uno dei pilastri della musica italiana, oggi spegne 76 candeline e una valanga di auguri e di affetto lo abbraccia anche se a distanza
Oggi Franco Battiato spegne 76 candeline. È un giorno speciale non solo per la musica ma anche per la cultura italiana, perché Battiato ha saputo lasciare il segno nell’arte di questo Paese con intelligenza, senso of humour e voglia di sperimentare. Il titolo di “Maestro” è una conquista ma anche un atto dovuto verso l’artista Battiato e l’uomo Franco dato che ha saputo interpretare contesti sociali, costumi e pensieri comuni in testi e musica che ancora oggi cantiamo e i migliori recitano a memoria.
Sono trascorsi 50 anni dalle prime esperienze musicali a Milano e dal primo contratto discografico ottenuto grazie all’amico Giorgio Gaber. Un percorso quello di Battiato sui generis, sempre sottolineato da una spiccata capacità di leggere i tempi e di saperli tradurre in arte della provocazione. “Ti vengo a cercare”, “Bandiera bianca”, “Cucurucucù” e “La stagione dell’amore” sono solo alcune delle canzoni del suo repertorio che sono diventate colonne sonore, manifesti musicali di partito o semplici brani da dedicare per dichiarare il proprio amore.
Più di tutto, Franco Battiato è un curioso della vita, come un bambino che vuole scoprire e sapere tutto. La sperimentazione, infatti, è di certo la sua forza e il modo in cui ha espresso al meglio il suo coraggio. Mentre i suoi brani si trovavano nei piani più alti della classifica, negli anni ’70 Franco Battiato produceva album sperimentali come “Fetus” e “Pollution” che hanno fatto scoprire all’Italia le risorse della musica elettronica e le concezioni più avanzate del rock di quelle stagioni, anche se ancora poco compreso nelle esibizioni che diventano inascoltabili.
Negli anni ha realizzato tantissime collaborazioni da Claudio Baglioni ai CSI, da Enzo Avitabile a Pino Daniele, dai Bluvertigo a Tiziano Ferro, Celentano, Subsonica e Marta sui Tubi.
Di recente è tornato in auge sul palco del Festival di Sanremo grazie a Colapesce e a Dimartino che hanno voluto cantare “Povera Patria” nella sera dedicata alla “Canzone d’autore”, creando un cameo con la sua voce originale che canta il verso di chiusura: “Se avremo ancora un po’ da vivere/La primavera intanto tarda ad arrivare”.
È un punto di riferimento, un mentore, una fonte di ispirazione per chi vuole vivere di musica. Per questo oggi, il Maestro è stato sovrastato da una valanga di auguri e di affetto arrivati non solo dalla gente comune, ma anche da artisti come Eros Ramazzotti, Emma Marrone e tantissimi altri che riconoscono il genio, l’estro e l’importanza, ma che ricordano oggi i momenti vissuti insieme sul palco.