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Il Presidente Mattarella scrive a Papa Francesco: pandemia e fratellanza i temi principali

Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha scritto un messaggio a Papa Francesco in occasione del suo ottavo anniversario di inizio pontificato

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato a un messaggio di auguri a Papa Francesco in occasione del suo ottavo anniversario di inizio pontificato. Dopo l’incipit, in cui il Presidente porge al Santo Padre gli auguri da parte sua e dell’intera Repubblica Italiana, il Capo dello Stato ha toccato temi importanti legati alla pandemia. Così scrive il presidente:

La pandemia che continua a gravare su un così gran numero di persone in tutto il mondo ha posto in evidenza le vulnerabilità di singoli Paesi e dell’intera comunità internazionale nell’affrontare secondo giustizia ed efficienza l’attuale fase emergenziale.

Il messaggio del Presidente Mattarella continua, ponendo l’accento sulla necessità di operare secondo fraternità per la convivenza pacifica:

Operare con spirito di fraternità per superare le difficili circostanze dell’oggi, come Ella ci invita a fare, è un forte richiamo all’esercizio di una cittadinanza responsabile e una guida sicura per quanti svolgono incarichi istituzionali e politici. Tale altissimo appello dischiude e abbraccia orizzonti che superano le contingenti condizioni sanitarie e le pur gravi difficoltà sociali che ne conseguono. Esso, infatti, apre le menti e i cuori a una convivenza più pacifica, più prospera, più giusta, quella che Vostra Santità ha invocato per l’Iraq – e per tutto il mondo – nel corso del suo ultimo e importantissimo Viaggio Apostolico.

Papa Francesco è stato eletto Pontefice il 13 marzo 2013 è stato eletto Papa dal Conclave, mentre il 19 marzo inizia il suo Ministero Petrino con la celebrazione inaugurale in Piazza San Pietro. Papa Francesco è subito entrato nel cuore di tutti, anche per la scelta del nome. Begoglio è il primo Pontefice a scegliere il nome del Santo di Assisi. Ed è stato proprio il Pontefice a raccontare le motivazioni di tale scelta in un incontro con i giornalisti nell’Aula Paolo VI:

Nell’elezione, io avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il clero, il cardinale Cláudio Hummes. Quando la cosa diveniva un po’ pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l’applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: «Non dimenticarti dei poveri!». E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l’uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi. È per me l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato; in questo momento anche noi abbiamo con il creato una relazione non tanto buona, no? È l’uomo che ci dà questo spirito di pace, l’uomo povero… Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!

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